io dal mare

saranno stati scogli di carbone dolce

dentro il ferro liquefatto

di una luna che squagliò un suo quarto

(foto di qualche tempo fa!)

come un brivido mulatto

o un bianco volar via di cuori pescatori

acqua secca di un bel cielo astratto




chissà se c'erano satelliti o comete



in un'alba senza rughe



larghe nuvole di muffa e olio




appaiate come acciughe








o una vertigine di spiccioli di pesci



nella luce nera di lattughe




e io



dal mare venni e amare mi stremò



perché infiammare il mare non si può

( ne siamo davvero sicuri??)

(foto di qualche tempo fa!)



aveva forse nervi e fruste di uragani



scure anime profonde



tra le vertebre di vetro e schiuma





urla di leoni le onde



o tende di merletto chiuse su farine





corpi caldi di sirene bionde



forse era morto senza vento nei polmoni



graffio di cemento bruno

barche stelle insonni a ramazzare

nelle stanze di Nettuno

o turbini di sabbia tra le dune calve

sulle orme perse da qualcuno

e io

dal mare ho il sangue e amaro rimarrò

perché calmare il mare non si può

i miei si amarono laggiù

in un agosto e un altro sole si annegò

lingue di fuoco e uve fragole

quando il giorno cammina ancora

sulle tegole del cielo

e sembra non sedersi mai.

(foto sempre di qualche tempo fa!)

e innanzi al mare ad ansimare sto

perché domare il mare non si può

e come pietra annerirò

a consumare

a catramare

a tracimare

a fiumare

a schiumare

a chiamare

quel mare che fu madre e che non so...

Testo: Claudio Baglioni

Foto: Ka (magari a lavorare davvero insieme a Baglioni)!!! ;o)))))